Fortuna o predisposizione?
Avete mai notato che ci sono persone che 30 anni ne dimostrano 10/15 in più e altre che a 40 anni si fatica a dargliene poco più di 30? La persona a cui diciamo “porti gli anni bene” è una persona che in realtà è invecchiata meno di un’altra della stessa età.

La spiegazione a tutto ciò risiede nel fatto che il nostro organismo non conosce l’età anagrafica, ma solo quella biologica e fa riferimento solo a quanto viene riportato nel nostro genoma. L’età del nostro genoma cellulare è dettata solo in minima parte dal trascorrere del tempo (secondo alcuni studi si ha un invecchiamento vero e proprio intorno ai 60anni) mentre è molto più influenzato da fattori comportamentali e dal libero arbitrio…per usare un termine più tecnico si dice che è dettato tutto da fattori epigenetici.
Il termine EPIGENETICA indica quella serie di comportamenti che vanno ad agire al di sopra dell’eredità familiare. La parola stessa deriva dal greco “EPI” che vuol dire “sopra” e “GENNITIKòS” che vuol dire relativo “all’eredità familiare”.
Questo proprio ad indicare come, pur mantenendo la stessa genetica, sia possibile che un figlio acquisisca caratteristiche fenotipiche diverse rispetto ad un genitore, il quale in vita non le ha manifestate perchè non ha adeguatamente stimolato questi geni inducibili.
È chiaro anche che, come riportato in bibliografia e dimostrato da studi genetici, l’uomo possiede dei geni che non sono inducibili (come ad esempio l’intolleranza al lattosio, dove la lattasi è un enzima non inducibile).
Per comprendere meglio questo concetto però dobbiamo chiarire un meccanismo biologico alla base della vita. Se prendiamo, ad esempio, una cellula muscolare e una cellula epatica di uno stesso organismo notiamo che hanno funzioni e strutture completamente diverse. Eppure hanno lo stesso identico DNA.
Com’è possibile questo? Perchè nel nostro genoma ci sono 2 tipologie di geni:
I geni housekeeping, ossia i geni costitutivamente espressi in tutte le cellule proprio perchè come dice la parola “svolgono le faccende domestiche”, cioè tutte quelle funzioni necessarie per garantire il corretto funzionamento della cellula. Immaginateveli come le fondamenta e le colonne portanti di una casa sulla quale si erge tutta la struttura.
I geni inducibili, sono invece quei geni che il nostro corpo può potenzialmente esprimere se vengono adeguatamente stimolati, i quali a loro volta possono conferire caratteristiche più o meno vantaggiose a seconda del fattore stimolante. Fra questi troviamo solitamente vitamine, minerali ed antiossidanti.
Il nostro genoma se correttamente stimolato sarà in grado di esprimere al meglio geni che porteranno alla miglior espressione possibile delle nostre caratteristiche psicofisiche. Contrariamente ai luoghi comuni la fortuna, quando si parla di salute, centra ben poco...nello specifico riguarda un 27% massimo di fattori genetici predeterminati.
Tutto il resto deriva invece da scelte arbitrarie che influenzano il nostro organismo. Se abbiamo fatto sport, mangiato in maniera corretta, utilizzato l’integrazione alimentare corretta, dato spazio a delle tecniche di rilassamento che ci hanno permesso di gestire la nostra sfera emotiva e mentale avremo regolato la nostra epigenetica in un modo tale da rallentare l’effetto che il passaggio del tempo ha sul nostro organismo, e quindi essere in grado di esprimere un’età biologica più bassa.

L’età anagrafica è fuori dal nostro controllo, l’età biologica non lo è
Nel dettaglio i cardini principali di questo condizionamento sono
- Sonno
- Alimentazione
- Integrazione
- Sport
Avendo la possibilità di incidere sulla nostra miglior espressione epigenetica possibile è quindi fondamentale utilizzare tutti gli strumenti che possiamo avere a disposizione per ottenere il meglio da noi stessi!
Il nuovo modello di invecchiamento
Fino a poco tempo fa eravamo propensi ad accettare che la natura facesse il suo corso senza intervenire sul suo programma generale. Nel nostro DNA c’è scritto che noi dobbiamo arrivare al picco della nostra salute attorno all’età della riproduzione, non c’è invece scritto che dobbiamo arrivare ai 60, 70, 80, 90 anni e tantomeno c’è scritto come dobbiamo arrivarci.
Superato il punto di massima forma fisiologica e riproduttiva, siamo ritenuti meno utili dal punto di vista biologico ed evolutivo (soprattutto le donne che hanno una vita fertile molto inferiore a quella dell’uomo) e per questo motivo il nostro corpo inizia una lenta, ma inesorabile degradazione.
La tecnologia, la medicina, la chirurgia, i vestiti che ci proteggono dal freddo, la casa, e tantissimo di quello che ci siamo costruiti attorno ci protegge dalle insidie della natura e ci permette, quindi, di arrivare ad un’età più avanzata. Tuttavia, ci siamo adoperati per allungare la nostra vita ma senza prestare particolare attenzione alla qualità della salute e della capacità funzionale.
Oggi invece, consapevoli che possiamo agire sulla nostra epigenetica ognuno di noi può, in base alle proprie scelte arbitrarie non solo vivere più a lungo, ma soprattutto vivere a pieno, al meglio della propria salute fino alla fine.

