Passato all’onore delle cronache perché farebbe rapidamente perdere peso essendo una dieta iperproteica, in realtà questo piano alimentare è una terapia volta alla cura di determinate patologie e che, quindi, potrebbe anche comportare gravi rischi se usato a casaccio
La dieta chetogenica, o keto, è un piano alimentare ideato per velocizzare la perdita di peso.
E’ una dieta in cui si riducono drasticamente i carboidrati, solitamente sotto i 50 grammi al giorno.
In questo modo quello che si fa è obbligare l’organismo a utilizzare come carburante il grasso presente nel nostro corpo invece di fare affidamento sullo zucchero (glucosio) derivante dai carboidrati (come cereali, legumi, verdure e frutta.
Per fare ciò il nostro organismo è costretto a creare un adattamento metabolico particolare, simile a quello che si ottiene digiunando, in cui andrà a trasformare i grassi in corpi chetonici, ovverosia in un tipo di combustibile, quanto più simile al glucosio, che il fegato produce dal grasso immagazzinato.

Questi corpi chetonici di fatto sono dei metaboliti di emergenza che il nostro corpo produce per superare questa condizione di “carestia”.
Già da queste affermazioni possiamo verificare come la dieta chetogenica non è un qualcosa che il nostro corpo ha previsto per uno stato fisiologico applicato nel quotidiano, ma proprio come meccanismo di emergenza.
“La dieta keto è utilizzata principalmente per ridurre la frequenza delle crisi epilettiche nei bambini”,
avverte la dietologa Kathy McManus, direttrice del Dipartimento di Nutrizione presso l’Ospedale Brigham and Women di Harvard.
Un aspetto interessante da riportare è che la dieta chetogenica non nasce all’interno della branca della dietologia classica bensì nell’ambito della neurologia.
Fu verificato che applicando una dieta chetogenica in pazienti che soffrivano di epilessia infantile si aveva un evidente miglioramento di questo disturbo. Evidentemente obbligando gli organi del nostro corpo a un ri-adattamento metabolico si andava incontro a una minor predisposizione all’iperattività neurologica.
Cosa si mangia durante una dieta chetogenica?
In questo regime alimentare, l’assunzione di glucidi è ridotta a meno di 20-50 grammi di carboidrati al giorno e poi, per il resto della giornata, è prevista solo l’assunzione di grassi per raggiungere il metabolismo necessario per lo stato di chetosi. Un esempio è quello di un regime alimentare di circa 2mila calorie che preveda 165 grammi di grassi, 75 grammi di proteine e soltanto 40 grammi di carboidrati.

Quanto ai grassi, la dieta keto ammette nel regime giornaliero alcuni grassi “buoni” insaturi come, per esempio, noci, mandorle, l’olio d’oliva, ma anche l’avocado e il tofu
Ma il problema è che il consumo di grassi saturi di oli (palma, cocco), lardo, burro e burro di cacao sono incoraggiati in quantità elevate.
Per quanto riguarda le proteine, spesso non vi è distinzione tra proteine magre, dette “nobili”, e proteine ad altissimo contenuto di grassi saturi, come per esempio quelle delle carni rosse. Sono messi al bando, poi, anche tutti i carboidrati, tra cui la pasta, la verdura e la frutta (per la verdura, ad esempio, sono concessi cavoletti di Bruxelles, asparagi, peperoni, cipolle, aglio, funghi, cetrioli e zucchine, sedano, cavolfiori e broccoli).
Quali sono i rischi di una dieta chetogenica?
Una dieta chetogenica ha numerosi rischi. In cima alla lista è la presenza eccessiva di grassi saturi. Kathy McManus consiglia di mantenere i grassi saturi a non più del 7% delle calorie giornaliere a causa del collegamento alle malattie cardiache. E infatti, la dieta cheto è associata a un aumento del colesterolo LDL “cattivo”, legato a sua volta alle malattie cardiache.
Altri rischi potenziali di rischio includono:
- carenza di sostanze nutritive: se non si assume una ragionevole varietà di verdure, frutta e cereali, si potrebbe essere a rischio di carenza di micronutrienti, tra cui selenio, magnesio, fosforo e vitamine B e C
- problemi al fegato: con così tanto grasso da metabolizzare, la dieta potrebbe peggiorare la salute del fegato
- problemi ai reni: i reni aiutano a metabolizzare le proteine e la dieta cheto può sovraccaricarli (l’attuale dose raccomandata per le proteine è in media 46 grammi al giorno per le donne e 56 grammi per gli uomini)
- stipsi: la dieta keto è povera di alimenti fibrosi come cereali e legumi
- mente affaticata e sbalzi d’umore: il cervello ha bisogno di zuccheri da carboidrati sani per funzionare, le diete povere di carboidrati possono causare confusione e irritabilità
Quando andiamo ad applicare la dieta chetogenica dobbiamo essere consapevoli di alcune conseguenze alle quali andiamo incontro, coscienti che alcune di queste rimarranno per parecchio tempo.

Un paziente che si trova in uno stato di chetosi come prima sensazione avrà quella di avere poche energie in quanto limitando il glucosio all’interno dell’organismo ne risentirà soprattutto il sistema nervoso centrale e i globuli rossi.
Successivamente ci sarà un aumento della diuresi e quindi questo porterà il paziente ad un conseguente stato di disidratazione. In alcuni casi si percepirà anche un senso di bocca asciutta.

Conseguenze poco piacevoli alle quali si va incontro sono anche l’alitosi e il sudore acetonico, in quanto i corpi chetonici saranno in parte espulsi anche tramite sudorazione.
Ovviamente ci sarà anche una diminuzione del senso di appetito sempre come meccanismo di adattamento metabolico. Ed è questo che rende l’allenamento molto più difficoltoso.
Se ragioniamo in termini fisiologici lo stare in chetosi non è assolutamente una passeggiata. Tanto è vero che predispone nel tempo a una condizione di acidosi sistemica che di per sé non rappresenta sicuramente una buona condizione di salute.
Risulta chiaro anche che bisogna valutare da caso a caso: se abbiamo in trattamento un paziente che pesa più di 100 kg ed è a rischio di malattie cardiache o metaboliche possiamo dire che in quel caso risulta opportuno utilizzare un intervento d’urto come una dieta chetogenica.
Se invece non abbiamo condizioni critiche è indubbiamente meglio trattare un paziente con un’alimentazione equilibrata bilanciata e ricca di tutti i nutrienti essenziali, dal momento che la salute non può passare attraverso meccanismi di emergenza come appunto lo stare in chetosi.
Nulla toglie che un protocollo di dieta chetogenica possa essere applicato correttamente ma è essenziale essere seguiti da professionisti competenti i quali possono monitorare costantemente la presenza di questi corpi chetonici all’interno del sangue e eventualmente intervenire a riequilibrare alcuni degli effetti “collaterali” elencati precedentemente.